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Libri Santuario "D"

Il Santuario > Pompei tra Cronaca e Storia > Libri del Santuario

*Da Pompei a Pompei
Un itinerario irripetibile dell’uomo mito venuto dall’Est
(Edizioni Incantesimo)

Questa iniziativa editoriale pubblicata dalle giovani "Edizioni Incantesimo di Ermelinda Neri", che ha già avuto un discreto successo tra gli abitanti della Città mariana, ha nella sua genesi due motivi fondamentali: ambisce e
Ad essere omaggio deferente alla figura straordinaria del Santo Padre e, in secondo luogo, vuole essere di auspicio alla Città, in occasione del 75° anniversario della fondazione del Comune, perché possa inaugurarsi per la comunità civile una nuova stagione di benessere culturale, sociale e religioso.
Entrambi i motivi sono enucleati nel titolo del volume, che a prima vista appare un po’ esagerato nella formulazione linguistica, se non addirittura eccessivamente enfatico.
Sfogliando il testo ci si accorge, invece, che "Da Pompei a Pompei" non vuole indicare le
coordinate cronologiche di un papato, ipotesi questa non percorribile, ma solo una parentesi ideale e mariana entro cui racchiudere un pontificato che, ad iniziare dal motto "Totus Tuus", ha avuto nella Madre del Signore una costante innegabile. In secondo luogo, "Da Pompei a Pompei" evidenzia, in qualche modo, l’origine locale degli ideatori e dei redattori del volume, che nel duplice viaggio papale nella Città di Maria hanno voluto racchiudere una parte considerevole, ben ventiquattro anni, del servizio pontificio di Giovanni Paolo II.
Lo stesso dicasi per l’espressione "Uomo Mito venuto dall’est", che altro non vuole esprimere se non l’eco profonda scaturita dal sentimento popolare per la straordinaria figura del Santo Padre, per lo stile inconfondibile del suo ministero apostolico, per i suoi innumerevoli viaggi pastorali, per i molteplici documenti magisteriali e per l’autorevolezza della sua persona e dei suoi messaggi.
Ma leggiamo dalla stessa presentazione curata da Gianfranco Neri e Gennaro Schettino, promotori dell’iniziativa: "Sua Santità Giovanni Paolo II, conclude nella città mariana, un itinerario irrepetibile, iniziato a Pompei il 21 ottobre 1979.
La circostanza ha suscitato, anzitutto nella sensibilità popolare, la quale percepisce, e non a torto, tale evento come una pietra miliare nella coscienza storica della Città, la necessità di realizzare questo progetto culturale che intende raccontare un percorso straordinario, da Pompei a Pompei, racchiuso in una ideale parentesi di un Pontificato epocale.
Esso vuole essere una "istantanea", la fotografia di un attimo, di un momento memorabile del cammino di speranza che impetuosamente travolge e intreccia i sentimenti di tanti cuori.
D’accordo, nessuna fotografia potrà mai ritrarre la gioia dell’anima.
Ma proprio qui avrà inizio il compito del lettore: ovvero quello di integrare con i ricordi, con le sensazioni, con le impressioni più profonde, sgorgate dal vivere in prima persona l’evento, le immagini raccolte nella pubblicazione che immortalano, in un crescendo di partecipazione e di emozioni, le tappe più significative che lo hanno preceduto. L’opera, servendosi di questa sensazionale collezione di scatti suggestivi, si propone di raccontare gli aspetti salienti di un Pontificato che, durante la parentesi racchiusa tra il 21 ottobre 1979 e il 7 ottobre 2003, ha cambiato il corso della Storia, e in qualche modo, il ritorno di Papa Wojtyla traccia le prime linee di un nuovo cammino anche nella storia della Città di Pompei.
Una città che, d’altronde, trova nella Storia stessa la sua ragione primaria di vita. Per tale motivo imprescindibile, il testo, che commenta le immagini di questi ventiquattro anni, è stato integrato da brani storici i quali ripercorrono la nascita della Nuova Pompei dalle ceneri di quella Antica…
L’epilogo, infine, dedicato al momento in cui fu indetto l’Anno del Rosario a Roma, il 16 ottobre 2002, quando per l’eccezionale occasione, Papa Wojtyla volle accanto a sé l’immagine della Madonna di Pompei.

*Della differenza tra l'uomo e l'animale bruto
Trecento filosofiche considerazioni sparse nelle due Somme di San Tommaso d'Aquino, e raccolte da Vincenzo Pepe

In libro del prof. Vincenzo Pepe-Lucci di £. 1
Questo carissimo nostro amico ha pubblicato per noi un bel volume, frutto dei lunghi e profondi studi sulle somme di S. Tommaso d’Aquino. Il titolo del volume è il seguente: “Della differenza tra l’uomo e l’animale bruto, trecento filosofiche considerazioni sparse nelle due Somme di san Tommaso d’Aquino, e raccolte da Vincenzo Pepe”.
Questo libro non solo torna di grande attualità ai dotti naturalisti, perché vedranno rilucenti come in uno specchio gli universali principii delle loro singolari osservazioni zoologiche; ma riesce altresì di sommo addottrinamento ai giovani filosofi, che potranno trarre dalla conoscenza degli stessi supremi principii feconde conclusioni antropologiche.
Il volume elegantissimo, di pagg. 172 in 8°, perché possa essere agevolmente acquistato da tutti, specialmente dai giovani studiosi, non costa che una lira.
Noi lo raccomandiamo vivamente ai nostri lettori, Dirigersi con vaglia a questa Direzione in Valle di Pompei.

(Recensione di B.L. - Autore: Vincenzo Pepe-Lucci)

*Dieci anni a Pompei e nella Valle del Sarno
(Autore: Marisa de’ Spagnolis)

Marisa de’ Spagnolis nata a Formia e residente in Roma, è attualmente Direttore archeologo ordinatore presso la Soprindentenza per i Beni archeologici del Lazio. È stata per dieci anni direttore degli Uffici Scavi di Nocera e Sarno presso la Soprintendenza di Salerno-Avellino-Benevento.
È autrice di circa settanta pubblicazioni scientifiche, tra cui diciotto libri che riguardano scoperte effettuate nel Lazio e in Campania. Ha tenuto conferenze in Italia, Grecia, America, Israele.
"Dieci anni a Pompei e nella Valle del Sarno. Esperienza ed emozioni di un’archeologa" è la storia di una avventura archeologica unica, quasi magica, vissuta da una donna-archeologa costretta per necessità familiari a trasferirsi da Roma a Pompei, dove resta per un lungo periodo, poco più di un decennio (dal 1987 al 1997). L’autrice vive a Pompei all’interno dell’area archeologica e lavora come archeologa funzionaria della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno nella suggestiva Valle del Sarno. Il territorio di cui si è occupata, considerato povero di reperti se messo a confronto con la vicina Pompei, si è rivelato, invece, una vera e propria miniera archeologica: un vaso di Pandora per la ricchezza e la qualità di quanto portato alla luce.
Il testo si differenzia dalle pubblicazioni accademiche e da quelle istituzionali perché alterna contenuti di carattere scientifico a ricordi e ad emozioni vissute dall’autrice. Si legge volentieri
perché con una prosa scorrevole e spontanea tratteggia personaggi e fatti che hanno lasciato un segno profondo nella vita dell’autrice e perché al contempo racconta l’impegno di vita che la scelta della professione di archeologo comporta.
La narrazione ha forti accenti autobiografici fin dalle pagine iniziali che richiamano come il primo approccio con la città antica di Pompei abbia assunto per l’autrice giovinetta quasi il significato di una predestinazione.
Racconta un’archeologa dietro le quinte: le speranze, le emozioni, le meraviglie che solo un territorio seppellito dalla eruzione del Vesuvio del 79 d. C. può offrire. Parte del racconto riguarda infatti lo scavo di alcune ville rustiche, piccole fattorie agricole per la produzione del vino rinvenute nel suburbio orientale di Pompei dove si è portato alla luce anche il recinto funebre della famiglia di Satrio Lucrezio Valente, l’uomo più ricco di Pompei al tempo di Nerone.
Sono venuti alla luce contenitori pieni di farina, noci, fave, radici di alberi, bronzi, scheletri di animali, conservati grazie al lapillo che ha sigillato un vasto territorio della Valle del Sarno.
Anche nel territorio nocerino la presenza del lapillo dell’eruzione è riuscita a salvare parte di una monumentale necropoli romana del I secolo a. C. con edifici funerari di notevoli dimensioni.
Tra questi e sepolcri dei Numisii, dei Cornelii e dei Lutatii.
Il volume, di 128 pagine, è impreziosito dalla presenza di 59 foto a colori.
(Editoriale Franco Alfano)

*Don Bartolo
(Testo di: Baldassarre Cuomo)

Don Bartolo. È il primo tentativo di presentare in immagini alcuni fatti salienti della storia del nostro Fondatore. Evidentemente per l’Avvocato Bartolo Longo e la contessa De Fusco, ad un certo punto, la vita personale e quella dei Fondatori ebbe una sola ispirazione ed una sola espressione se spesero 50 anni della propria esistenza in questa Valle, oggetto della predilezione di Dio.
La Madonna, con i suoi doni di misericordia verso fedeli, miracolati ed Orfani della natura e della
legge, fu la tangibile manifestazione di tale bontà.
Un avvocato ed una contessa sono diventati modelli di vita laicale cristiana per gli uomini e le donne del nostro tempo.
Mons. Baldassarre Cuomo è l’Autore del testo teatrale e Gianni Junco è il Regista dello sceneggiato.

Consulenza storica: Nicola Avellino
Musiche: Liberato Santarpino
Produttore esecutivo: Fiorenzo Mastroianni
Sceneggiatura: Claudio Junco
Fotografia: Rosario Testa
Regia: Gianni Junco

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